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| Ronaldinho parla da leader "Il Milan è sempre più mio"
Il brasiliano sente maggiori responsabilità dopo la partenza di kakà: "L'anno scorso ho iniziato bene, poi mi soon fermato. Stavolta voglio fare una grande stagione dall'inizio alla fine. E vogliamo vincere la Champions League"
MILANELLO, 18 luglio 2009 - Dopo mezz’ora della lunga chiacchierata con Ronaldinho, nella sala di Milanello irrompe Pippo Inzaghi. Il feeling tra i due campioni è evidente e Pippo, dopo l’omaggio al compagno ("Mi raccomando: quest’anno voglio venti assist come a Varese, tu ne dribbli quattro e me la passi a un metro dalla porta"), si lancia in una raccomandazione: "Lo scriva, Dinho è il numero uno". La smorfia del brasiliano è già una risposta: prima deve dimostrarlo sul campo. Gran parte della stagione del Milan passa proprio da lì.
Ronaldinho, il Milan ha venduto Kakà e non ha comprato nessuno in quel ruolo perché c’è lei. Sente la responsabilità? "Sento una cosa ben più importante: la fiducia dei compagni, della società, dell’ambiente. La responsabilità è solo una conseguenza, assolutamente piacevole e per nulla preoccupante".
Lo sa che quello che lei ha fatto l’anno scorso non basta? "L’anno scorso ho iniziato bene e poi mi sono fermato per l’infortunio e perché Ancelotti non mi faceva giocare più. Stavolta voglio fare una grande stagione dalla prima all’ultima partita. L’obiettivo cresce, un po’ come per il Milan: l’anno scorso volevamo qualificarci per la Champions, adesso vogliamo vincerla
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